Intervista ad Affaritaliani sui report del primo giorno di Lockdown
Giuseppe Conte guarda i report che gli arrivano dalle prefetture e dalle regioni e, a fine serata, non nasconde una moderata soddisfazione. Il primo giorno dopo il lockdown è filato via liscio…
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Intervista ad Affaritaliani – 05/05/2020
di Angelo Maria Perrino
Giuseppe Conte guarda i report che gli arrivano dalle prefetture e dalle regioni e, a fine serata, non nasconde una moderata soddisfazione. Il primo giorno dopo il lockdown è filato via liscio: «Al di là di singoli episodi, abbiamo riscontrato un comportamento molto responsabile da parte degli italiani”, tira un sospiro di sollievo il presidente del Consiglio slacciandosi la cravatta. “La strada è ancora lunga, ma l’Italia riparte», gioisce. E risponde alle nostre domande sull’attualità più stretta, dai tempi delle nuove ripartenze, alle misure per il rilancio dell’economia, dalle fibrillazioni della sua maggioranza giallorossa all’amata-odiata Europa, dalle accuse pesanti degli Stati Uniti alla Cina per la diffusione del virus al nostro posizionamento sullo scacchiere delle alleanze internazionali.
Presidente, com’è andata ieri, primo giorno di parziale riapertura? Un bilancio?
«Al di là di singoli episodi e di situazioni isolate, abbiamo riscontrato un comportamento molto responsabile da parte degli Italiani. La risposta dei cittadini si sta confermando all’altezza delle difficoltà del momento, da Nord a Sud, da Milano a Roma, da Torino a Napoli, da Genova a Palermo. Gli spostamenti sui mezzi pubblici e il ritorno al lavoro di milioni di persone si stanno svolgendo senza eccessivi disagi. È un primo passo incoraggiante, ma non dimentichiamo che la strada è lunga e non dobbiamo mai abbassare la guardia».
Italiani promossi, dunque?
«Gli italiani hanno mostrato, complessivamente, un grande senso di responsabilità. Nella reazione dei cittadini ho colto grande voglia di ripartire, ma anche consapevolezza che bisogna farlo nel rispetto delle regole e mantenendo alta la soglia di attenzione. La ripresa delle attività manifatturiere e delle costruzioni è avvenuta in modo ordinato, nel rispetto, mediamente, del piano varato dal Governo, secondo le regole di precauzione e di sicurezza predisposte per tempo. Queste attività produttive sono state riavviate tanto nel settentrione quanto nel mezzogiorno senza grandi disagi ed evitando situazioni caotiche. Ora dobbiamo monitorare gli effetti di questa ripartenza al fine di procedere quanto prima alla riapertura delle restanti attività economiche, sempre in condizioni di massima sicurezza. La strada è ancora lunga, ma l’Italia riparte».
Alla luce dei buoni risultati sanitari e delle richieste del mondo produttivo, si potrà dunque anticipare in qualche modo il calendario fissato per la fase 2?
«Fino al 17 maggio saranno in vigore le misure contenute nell’ultimo Dpcm che, voglio ribadirlo, non significa un ‘liberi tutti’. Le Regioni ogni giorno ci forniranno i dati aggiornati, insieme a quelli sulla recettività delle strutture ospedaliere. Sono fiducioso che con il rispetto delle regole adottate, e con le rigorose norme sulla sicurezza previste nei luoghi di lavoro, la curva epidemiologica potrà ulteriormente rallentare in alcuni territori. Non ignoro le richieste di alcune regioni e di alcune particolari categorie di lavoratori di anticipare l’apertura delle rispettive attività. Siamo al lavoro anche per questo, avendo sempre come prioritario l’interesse generale della tutela della salute di tutti i cittadini».
I denari, però, non arrivano alle imprese: è allo studio qualche iniziativa per determinare un’accelerazione nell’erogazione dei fondi?
«La possibilità per le imprese di accedere velocemente e facilmente a forme di sostegno economico e di evitare problemi di liquidità è di capitale importanza. Siamo consapevoli di alcuni ritardi, in un quadro comunque di assoluta straordinarietá, ed è per questo che nel nuovo decreto economico ci siamo concentrati su meccanismi ancora più veloci e diretti di sostegno alle imprese. Occorre adesso anche uno sforzo in più da parte del sistema bancario per rendere più spedite le procedure ed è per questo che stiamo verificando con i vertici delle imprese bancarie lo stato di attuazione del ‘decreto liquidità’».
Suscitano preoccupazioni per la tenuta del governo le fibrillazioni politiche della maggioranza? Se Matteo Renzi rompe, c’è un piano B?
«Io ho solo un piano: mettere in sicurezza il Paese, garantire la salute dei cittadini, dare un sostegno a chi si trova in difficoltà e, sfida non meno rilevante, rilanciare l’economia e il tessuto produttivo. Queste sono le mie preoccupazioni. Ben vengano suggerimenti e stimoli da parte di tutti gli alleati di governo. Ci aspetta un compito davvero impegnativo e tutti potranno e dovranno offrire il loro prezioso contributo. Nessuno degli alleati può avere interesse a compromettere l’azione di governo, sarebbe incomprensibile agli occhi dei cittadini. L’instabilità sarebbe un gravissimo danno alla vigilia della sfida della ripartenza e indebolirebbe, inevitabilmente, la nostra posizione in Europa in una fase decisiva per il futuro italiano ed europeo».
L’Europa “matrigna” sta cambiando: migliorerà?
«L’Unione europea sta dando prova in queste settimane di aver compreso gli errori del passato. Anche in riferimento all’inizio della pandemia, quando l’Italia si è ritrovata sola. Sono fiducioso che tanto nella risposta economica quanto nella lotta al Covid-19 l’Europa saprà essere all’altezza di questa sfida storica».
Il presidente americano Donald Trump incolpa la Cina della diffusione del virus. Ha ragione?
«A tempo debito sarà inevitabile, una volta acquisite tutte le necessarie informazioni, accertare eventuali responsabilità nella gestione della pandemia che a livello internazionale hanno condizionato l’attuale emergenza. Per il momento riteniamo prioritario favorire il più possibile la collaborazione internazionale quale strumento fondamentale per sconfiggere il virus e per tutelare la salute globale. L’Italia crede molto in questa possibilità di cooperazione ed è pronta a dare il suo contributo, come stiamo già facendo nel quadro dell’Alleanza globale contro il Coronavirus e come certamente intendiamo fare al meglio nell’esercizio della nostra prossima Presidenza del G20».
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