Covid-19: le lezioni da imparare e gli sbagli da non fare
ISDE e FNOMCeO lanciano un appello pubblico: cosa ci insegna la pandemia e cosa dovremmo fare per ripartire.
Rif: FNOMCeO
Covid-19: le lezioni da imparare e gli sbagli da non fare
AUTORE: UFFICIO STAMPA FNOMCEO14/05/2020
ISDE e FNOMCeO lanciano un appello pubblico: cosa ci insegna la pandemia e cosa dovremmo fare per ripartire.
Come la storia di tutte le epidemie ci ha insegnato, per combattere il Covid-19 è indispensabile tenere insieme la tutela della salute e quella dell’ambiente.
È questo l’incipit del documento/appello promosso dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente-ISDE Italia insieme a FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) con l’adesione, a oggi, di Slow Medicine, WWF, CIPOMO, FederBio, Fondazione Allineare Sanità e Salute, Organismo Toscano per il governo clinico, GUFI, Navdanya International, AIDA, Rete Humus e Terra Nuova Edizioni.
“La pandemia è una chiara espressione dell’ambiente malato e ha dimostrato che potenza economica e tecnologica non sono in grado di evitare enormi danni sanitari e sociali – dichiarano i promotori – dovremmo guardare oltre la mera diffusione del virus per capire la lezione che, nostro malgrado, il coronavirus ci ha imposto. Imparare la lezione che questa emergenza sta duramente impartendo può consentire di essere preparati per i prossimi, probabili, eventi simili”.
Il documento sottolinea che chiari segnali di una presa di consapevolezza e della volontà d’inversione di tendenza potrebbero venire dall’approvazione della legge sull’agricoltura biologica da tempo ferma in Senato, da quella sul blocco totale del consumo di nuovo suolo, dall’adeguata tutela del patrimonio forestale e boschivo (“il polmone verde” del paese), dalla moratoria sull’implementazione di tecnologie digitali non ancora adeguatamente testate.
Per la ripresa economica e sociale occorre un grande piano di sviluppo sostenibile basato sulle energie realmente rinnovabili, su un’agricoltura improntata ai principi dell’agroecologia, sul recupero della biodiversità e non su grandi opere impattanti su ambiente e salute. Occorre un piano pluriennale per la messa in sicurezza del suolo e delle infrastrutture esistenti (strade, ponti etc.), la bonifica delle aree inquinate, la rigenerazione urbana, l’adeguamento sismico degli edifici e la messa in sicurezza della rete acquedottistica, il potenziamento della rete ospedaliera pubblica.
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14/05/2020
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